Servizi AI al consumatore: Abbonamenti SI o abbonamenti NO?

Chiunque negli ultimi anni si sia avvicinato al mondo dell’AI, avrà potuto notare che sono spuntate come funghi innumerevoli società che propongono servizi in abbonamento di qualsiasi tipo, con funzionalità ed obiettivi differenti, ognuna più o meno specializzata in qualcosa. Altre propongono invece set di servizi orientati a un segmento di mercato un po’ più specifico per permettere anche a una parte di professionisti di avere un ventaglio di funzioni-AI disponibili; possiamo certamente affermare che, per loro, la corsa per divenire TOP di settore è cominciata da tempo.

Fa sorridere il fatto che molti dei modelli AI disponibili siano in realtà Open Source e che la differenza fra avere una struttura software capace di eseguire interazioni incredibili e proporre output inimmaginabili, sia in realtà la qualità del lavoro prodotto dagli specialisti (di solito ingegneri) per rendere quel servizio fruibile al consumatore.

Mi pare sia obbligatorio fare delle distinzioni.

Penso sia opportuno saper distinguere fra chi costruisce un modello, lo “crea e ingegnerizza” e successivamente lo addestra (ingegneri, fisici e matematici), da chi (società generica) sfrutta l’AI-Brain, anche lecitamente, a scopi puramente commerciali, magari ottimizzandolo per affinarne le qualità intrinseche; in entrambi i casi le differenze sono sia tecnologiche che concettuali.

In questa foresta di opportunità ognuno cerca di ritagliarsi una fetta di mercato che sarà orientata:

  • Al consumatore semplice
  • All’industria
  • Per scopi strategici nazionali o militari
  • Altro…

Il concetto che sta al fondamento della questione è che l’AI, in tutte le sue forme, non è altro che un nuovo e potentissimo strumento tecnologico, se quindi consideriamo il solo mercato al consumatore, possiamo affermare che l’abbonamento proposto da un’entità aziendale generica sia la migliore forma disponibile di fruizione di massa di un servizio che potrà avere molti scopi per l’utente stesso (di solito browser oriented); si va dal puro divertimento, alle piccole professioni, all’uso in piccole aziende, al supporto per ogni tipo di creatore di contenuti, alle quotidiane attività lavorative… e via dicendo.

Anche in questo scenario il paradigma AI ha già lasciato il segno nella società.

Altra storia è il settore dell’industria, che non rientra nel caso riportato in precedenza, il quale a mio avviso presenta due differenze sostanziali:

  • Potrà fruire, mediante acquisto conto terzi, di prodotti preconfezionati o customizzati.
  • Oppure potrà optare per l’insourcing di professionisti ultra specializzati, per la creazione di modelli dedicati ex novo.

La seconda opzione creerà un nuovo mercato del lavoro di nicchia e, come sempre, chi avrà il know-how giusto e si troverà al momento giusto, nel posto giusto, potrà ritenersi economicamente molto fortunato.

Per ora, vista la mia limitata conoscenza personale, sfrutterò le disponibilità commerciali esistenti, ma sono certo che farò dei cambiamenti quanto prima.

Il prossimo step mi porterà obbligatoriamente alla sostituzione del PC :-))

A.S